Nanà a Milano
aveva inteso parlare qualche volta da suoi amici di Parigi, i quali non c'erano mai stati. L'indubitato si è che ai primi di maggio del 1869, Nanà
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vivo e così sentito, che gli amici di casa, gente avvezza a tutte le ipocrisie, a tutte le smorzature, a tutte le banalità delle solite conversazioni
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facilmente del tu a' suoi amici. Chi non sapeva nulla di questo vezzo, aveva talvolta delle sorprese singolari. Capitava di doversi domandare se ella avesse
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danaro?" - pensava avviandosi senza saper dove. - Domani se non pesco danaro non potrò neppur tornar qui a far colazione. Gli amici li ho già gonfiati
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. Dirò che un redattore del Figaro ed altri miei amici di Parigi mi hanno dato delle lettere di raccomandazione presso questi signori; che a me secca di
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subitaneo pudore. - Enrico, non facciamo confusioni! Restiamo amici, restiamo quello che dobbiamo essere. Per quanto un uomo abbia accortezza o
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paniere. Mezz'ora prima, adunque, che arrivassero allo studio i due nobili amici col signor Bonaventuri, la vedova procace, incocciata fino a' capelli
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più nulla che ti possa dar ombra. - Ah no, tu non devi vederla mai più. - Ma, mia cara, farei una figura molto ridicola co' miei amici.... Si direbbe
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tu rida di me co' tuoi amici.... Enrico protestava.... - Io non potrei essere tua che diventando tua moglie. Devi scegliere o me o lei. La prima volta
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Nanà riceveva in casa gli amici ai venerdì; quel giorno era appunto di venerdì, Enrico decise di non lasciarsi vedere. Gli seccava di mostrarsi
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Nanà a Milano
. So però, come tutti gli amici di casa, ch'ella ebbe sempre una grande inclinazione per il suo compagno d'infanzia.... - Vedo dove ella tende - disse
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invecchiato. - C'è speranza che noi, colla vostra autorità, e come amici vecchi di Aldo Rubieri, possiamo essere introdotti? - Voi, amici vecchi
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specie di interrogatorio, ma dissimulando rispose: - I miei amici d'infanzia, i giovani della mia età, i miei compagni di collegio... non saprei io
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Accademia della crusca
